![Emma Marrone a La Stampa]()
Con un album live in uscita e uno per il mercato internazionale in cantiere,
Emma Marrone torna a raccontarsi in occasione della promozioni del nuovo progetto discografico: già disponibile in pre-order,
E Live esce l'11 novembre, a pochi giorni dal debutto del tour
Emma 3.0, terza tranche di concerti dedicata all'album
Schiena.
Intervistata da
Marinella Venegoni su
La Stampa, la cantante salentina ha risposto senza indugi alle domande più disparate, molte anche decisamente personali, ripercorrendo un anno di carriera chein cui ha vissuto alti e bassi, dal
flop all'Eurovision Song Contest al
successo del tour Emma Limited Edition e del nuovo singolo
Resta ancora un po'.
Della contestata esperienza europea Emma Marrone sembra aver fatto tesoro: affrontata con l'atteggiamento sbagliato e una preparazione evidentemente non adeguata, a mente fredda
ripensare all'avventura dell'Eurovision le è servito a tornare con i piedi per terra.
Penso di aver tenuto botta, sia nell'inglese sia nell'ambiente, e ho avuto rispetto da tutti i tecnici. Il vestito può piacere o no ma volevo provocare, mi piacciono le sbavature. Quello è un programma molto politico. Ho capito che per l'estero ho ancora tempo, mi debbo preparare, ho commesso errori di valutazione e stanchezza. Ho tanto da imparare, è facile fare i fighi in casa propria.
"
Umile", "
stakanovista", "
concentrata sull'obiettivo": così si definisce Emma Marrone, che però non nasconde
un'autostima indiviabile.
So anche quanto valgo. Sono una che ascolta e compra i dischi di tutti, per vedere come crescono. Se volessi fare l'arrivista sarebbe peggio per gli altri, ma non lo sono. Senza ambizioni non c’è stimolo (...) con il mio team facciamo tanti sacrifici. Mi piace proprio questo mestiere, è una malattia. Positivo ma anche logorante.
Lei che ha trovato l'occasione della vita ad
Amici di Maria De Filippi, dopo aver rinunciato al sogno di frequentare il Dams per non gravare sulla famiglia, sa bene di essere una delle poche sopravvissute al frullatore mediatico dei talent show: anche
Sanremo, che ha vinto nel 2012, "
non è il passepartout per l’eternità, sono importanti le persone che ti seguono: manager, discografici o anche solo il destino" sostiene Emma. Piuttosto bisogna aver personalità e qualcosa da dire, un obiettivo da raggiungere.
Questa non è una strada accessibile a tutti, e poi la musica per come la vivo io non è pensare a numeri e classifiche. Bisogna farsi domande: dove voglio andare, con chi sto andando? Io con me stessa sono cattiva, ma mi ha aiutata il non essermi mai detta: 'brava'.
In questo
la popolarità indotta dai talent può giocare brutti scherzi, falsare "
la valutazione di se stessi": con l'autoinganno degli applausi e del "
primo autografo puoi perderti di vista, non capire il tuo valore. Non è giusto autodistruggersi come me, ma neanche pensare di aver conquistato il mondo".
Immancabile la domanda sulla recente
pace fatta con Belen Rodriguez a favore di telecamera in Tu Sì Que Vales. Ormai acqua passata per
Emma Marrone.
Non mi piacciono le guerre dei Roses. Ho 30 anni, una mia serenità, lavoro. Ci ho messo un macigno sopra. Basta con Eva contro Eva, le guerre fra comari non mi appartengono. Un sorriso vale più di 10 schiaffoni.