Paolo Bovi e Francesco Silvestre dei Modà
Paolo Bovi, ex tastierista dei Modà, fondatore e fonico del gruppo capitanato da Francesco “Kekko” Silvestre, ha tentato il suicidio ed è stato trasferito in carcere con l’accusa di tentata evasione.
Il 2014 si è aperto con una notizia devastante per tutti i fan dei Modà: lo storico membro della band, Paolo Bovi, è stato accusato di molestie ai danni di alcuni minori e condannato agli arresti domiciliari.
Era il 15 gennaio 2014 quando la notizia faceva il giro dell’Italia destando sentimenti contrastanti: da un lato chi – sbalordito – non riusciva a crederci, conoscendo personalmente l’uomo, dall’altro chi lo aveva già condannato senza neanche aspettare il regolare processo.
Bovi è stato accusato di molestie sessuali ai danni di 4 minori di età compresa tra i 13 e i 16 anni, ragazzine che il musicista avrebbe conosciuto nel 2001, in un oratorio della provincia milanese.
In seguito all’accusa formulata, il “sesto Modà” – così lo consideravano molti dei sostenitori del gruppo – è stato costretto agli arresti domiciliari e controllato attraverso l’utilizzo obbligatorio di un braccialetto elettronico, che non poteva rimuovere.
Proprio la manomissione del braccialetto ha messo in allarme le forze dell’ordine che, giunte nell’abitazione di Bovi, sono riusciti a salvargli la vita.
L’uomo ha tentato il suicidio intorno alle 4 del mattino a Cassano d’Adda (Milano) collegando una canna di gomma al tubo di scappamento della sua autovettura. La manomissione del braccialetto obbligatorio ha fatto però scattare un allarme collegato alla vicina caserma dei carabinieri che, accorsi sul luogo, gli hanno salvato la vita.
Sconosciuto il motivo del tentativo di suicidio, che divide il web: ammissione di colpevolezza o grido per la libertà?
Bovi potrebbe aver compiuto un gesto così estremo dettato solo dalla disperazione, quella di un uomo innocente diffamato oppure quella di un uomo colpevole che solo adesso sta realizzando la gravità della sua colpa.